Era un record che stavamo aspettando da settimane, e alla fine è arrivato.
Con la tripla realizzata all’inizio della partita contro i New York Knicks, Steph Curry è diventato il miglior realizzatore di triple in tutta la storia della NBA.
Steph Curry: il miglior realizzatore di triple di sempre
Il campione dei Golden State Warriors ha realizzato la tripla numero 2.974 in carriera, superando così Ray Allen e Reggie Miller, che scendono ora al secondo e al terzo gradino del podio di questa speciale classifica.
Il record di Curry va al di là di un semplice record statistico, anche se ci preme far notare che il record di Steph è stato realizzato in 789 partite, mentre Allen ce ne aveva messe 1.300 per realizzare il suo, ma proprio da quest’ultimo dato, si evince l’importanza di quello che è il tiro da tre punti oggi nel basket, e cioè non più solo un tentativo di realizzazione di un canestro sulla sirena, o un’ultima possibilità quando non si riesce a penetrare nell’area di tiro da due punti, ma una vera arma da utilizzare sempre più spesso in partita, che ha rivoluzionato il gioco della pallacanestro.
La partita che ha fatto entrare Steph Curry nella storia
Come è nato il tiro da tre punti
Fino agli anni Settanta, le leghe professionistiche di basket statunitense erano due: la ABA (American Basketball Association), e la NBA (National Basket Association).
Fu proprio l’ABA ad introdurre il tiro da tre punti nel 1967, come tentativo di dare un’alternativa al tiro sotto canestro, e dare la possibilità ai giocatori meno alti, di poter comunque realizzare punti.
Inizialmente il tiro da tre veniva poco utilizzato, se non in situazioni di emergenza, quando cioè una squadra non riusciva a penetrare sotto canestro per realizzare da due, e il primo tiro da tre punti della storia in una partita ufficiale fu quello realizzato da Jerry Harknes degli Indiana Pacers contro i Dallas Chaparrals il 13 novembre 1967, sfida decisa proprio da quel tiro dalla distanza di Harknes.
ABA e NBA si fusero nel 1976, e fu la seconda ad inglobare le sei squadre che giocavano ancora nella prima, così che la lega cestistica americana che oggi tutti conosciamo, introdusse il tiro da tre a partire dalla stagione 1979/80, la prima nella quale si affacciavano sulla scena del basket mondiale Larry Bird e Magic Johnson.
Come successo per l’ABA, i coach NBA non sfruttarono mai in quei primi anni il tiro da tre come una vera tattica di gioco, ma si ricorreva al tiro da tre punti solo nelle situazioni di emergenza.
In Italia il tiro di tre punti venne introdotto nella stagione 1984/85, ma anche da noi, come in NBA, si ricorreva al tiro da lontano solo in casi di estrema necessità.
Negli anni Novanta le cose cambiarono sensibilmente, anche perché sempre più giocatori si specializzarono nel tiro da tre punti. E’ il caso dei già menzionati Ray Allen e Reggie Miller, ma soprattutto si cominciò a capire che anche i giocatori più alti potevano specializzarsi in questo tipo di tiro, perché era una questione di pratica e allenamento.
Come sta cambiando il basket
Nella scorsa stagione, le squadre NBA in stagione regolare hanno tirato con una percentuale del 39.4% di tiri oltre l’arco, e con una percentuale di realizzazione che si sta sempre più affinando, ed era arrivata al 36.8% nella scorsa stagione.
Ciò sta a significare che il tiro da tre nel basket non è più un’alternativa, un’ultima possibilità quando non si riesce ad arrivare sotto canestro, ma oggi le squadre lavorano proprio per arrivare a liberare il miglior tiratore per il tiro da oltre l’arco, e questa sicuramente è una rivoluzione nel mondo cestistico, qualcosa di inimmaginabile solamente 25 o 30 anni fa.