Skip to main content

Benvenuto nel blog ufficiale di Unibet: le ultime news sul calcio, scommesse, tornei e molto altro

Quest’Europeo sta esaltando l’Italia che, dopo aver fallito la qualificazione al Mondiale nel 2018, da quando è arrivato Roberto Mancini in panchina ha avuto una crescita continua, che ha fatto sì che domenica 11 luglio gli Azzurri avranno la possibilità di giocarsi il titolo europeo a Wembley.

Ogni competizione per nazionale- come anche la Champions però- offre sempre novità e spunti tattici, che vengono anche evidenziati dall’UEFA nei suoi report a fine torneo, e sono argomento di discussione fra tecnici e appassionati.

Andiamo a vedere ciò che dal punto di vista tattico è emerso da questo Europeo, in vista di una finale che si annuncia emozionantissima!

 

La difesa a 3

 

Sono state ben 13 le nazionali- su 24- che hanno iniziato questo Europeo con la difesa a 3: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Ungheria, Olanda, Macedonia del Nord, Polonia, Russia, Scozia, Svizzera e Galles.

Per alcuni è stato un vero e proprio tradimento di una filosofia di gioco- come per gli olandesi, fedeli al 4-3-3 come verbo tattico, già tradito però al Mondiale 2010- per altri una necessità- come Germania e Belgio, per sfruttare al massimo gli esterni- ma in ogni caso la linea difensiva a tre il più delle volte non è stata interpretata con un atteggiamento difensivo, ma per massimizzare la spinta sulle fasce.

Nell’ottavo di finale è stata utilizzata anche dall’Inghilterra di Southgate, per contrastare il 3-4-3 tedesco, e non permettere ai laterali di Loew di maramaldeggiare sulle fasce.

Mancini ha proseguito con una linea a 4, ma in fase di costruzione spesso gli Azzurri si sono schierati a tre, con Spinazzola altissimo e sempre sulla linea dei centrocampisti.

 

Il nostro pronostico su Inghilterra-Danimarca

 

I registi laterali

 

C’era una volta il regista. Cioè quel giocatore, che si chiamasse Pirlo o Xavi, che si metteva davanti alla difesa, e dettava i ritmi del gioco da una posizione centrale.

Ora questa fantasia si è spostata sulla fascia, e vediamo il giovanissimo Pedri per la Spagna dettare i ritmi dalla fascia sinistra, come succede un po' nell’Italia, dove Verratti è schierato a sinistra, e si alterna in regia con il più “centrale” Jorginho.

Nella Germania succede con Kimmich, che solitamente gioca a destra, e che Guardiola al Bayern aveva istruito a giocare come centrale.

Stesso discorso in casa Olanda, dove Frankie De Jong lascia spesso il dentro della scena a Klassen o Wijnaldum, ma è il regista del Barcellona a dettare i tempi.

Interessante la costruzione del gioco da parte degli inglesi, con Southgate che punta su una manovra più avvolgente, che in pratica coinvolge tutta la squadra, con Rice al centro della scena, affiancato da un mastino rubapalloni come Phillips.

 

L’importanza degli esterni di fascia

 

Mai come in questo Europeo, abbiamo capito quanto conti avere degli esterni forti.

Robin Gosens è stato l’assoluto protagonista di Germania-Portogallo (4-2), e le sue sgroppate in fascia a sinistra, come quelle di Kimmich a destra, hanno messo in estrema difficoltà la difesa portoghese- Fernando Santos nel secondo tempo ha provato a inserire Renato Sanches per limitare i danni, ma la mossa non ha funzionato.

Leonardo Spinazzola poi è stato l’assoluto protagonista per l’Italia in questo Europeo, almeno finchè non si è rotto il tendine d’Achille contro il Belgio, e nella semifinale con la Spagna si è visto quanto Emerson Palmieri abbia fatto fatica a spingere sulla fascia.

Luke Shaw dell’Inghilterra è il miglior assist-man di questo Europeo, e i suoi assist da sinistra hanno permesso a Sterling e Kane di andare a rete.

Non dimentichiamo poi le difficoltà avute dall’Italia nell’ottavo con l’Austria, dove Konrad Laimer batteva la fascia destra avanti e indietro, mettendo in difficoltà Spinazzola, e creando diverse occasioni di pericolo per gli Azzurri.

 

Il possesso palla non è più così fondamentale

 

Con l’avvento del tiki taka sembrava che le squadre non avrebbero potuto adottare altro metodo per poter vincere, ma anche questo Europeo ci sta dicendo che avere sempre la falla, non ti fa automaticamente vincere le partite.

L’Italia di Mancini tiene la palla decisamente di più di quella di Conte all’Europeo 2016 – 58% ora contro il 45% del 2016- ma contro la Spagna il pallino del gioco l’hanno avuto gli uomini di Luis Enrique, che sono stati sfortunati, ma non hanno creato tantissime occasioni da rete, anche per la rinuncia iniziale ad un vero attaccante di ruolo.

Il Galles è arrivato secondo nel Gruppo dell’Italia con un possesso palla solo del 40%, mentre la Svezia addirittura ha vinto il girone- che comprendeva la Spagna- con il 36% di possesso palla.

La Spagna, come al solito, ha tenuto un possesso palla del 69%, ma dagli ottavi alle semifinali è sempre andata ai supplementari e, dopo la vittoria al 120’ con la Croazia e il successo ai rigori con la Svizzera, è arrivata la sconfitta sempre dal dischetto con gli Azzurri.

Articoli Correlati