Inghilterra e Ungheria scendono oggi in campo per una partita di qualificazione mondiale, con gli inglesi che sono ormai avviati verso il primo posto e la qualificazione al Mondiale in Qatar del 2022, mentre la nazionale di Marco Rossi, dopo l’ottimo Europeo, è ormai a un passo dall’eliminazione.
Sessantotto anni fa però, sempre a Wembley, si giocò un’altra Inghilterra-Ungheria, che sulla carta fu solo un’amichevole, ma a tutti gli effetti cambiò la storia del calcio, e quel 25 novembre 1953 nel tempio dello stadio inglese, nacque quello che oggi identifichiamo come il calcio moderno.
Il 6-3 dell’Ungheria che cambiò la storia del calcio
Come si shcierano in campo Inghilterra e Ungheria a Wembley
Quel 25 novembre a Wembley faceva freddo, il cielo era plumbeo, come spesso nella capitale inglese, e scendevano in campo due fra le migliori squadre al mondo in quel momento.
Gli inglesi si cullavano ancora nella loro superiorità, loro gli inventori del calcio moderno che si erano rifiutati di partecipare ai primi tre Mondiali organizzati dalla FIFA, certi di una superiorità nel gioco non ancora raggiunta dalle altre nazionali, e una volta all’anno, si “degnavano” di invitare una nazionale europea nel loro tempio per testare il livello a cui erano arrivati questi “continental teams”.
L’Inghilterra subì la prima sconfitta contro una squadra non britannica (quindi non Scozia, Irlanda e Galles) nel 1929 in Spagna, ma fino al 1952, i Tre Leoni non avevano mai perso in casa contro una squadra europea.
Quel 25 novembre a Wembley arrivò una squadra fortissima, allenata da Gustavz Sebes, e che proponeva un tipo di calcio che fino a quel momento non si era ancora visto.
Quasi tutte le squadre, di club e nazionali, giocavano con uno schema 3-2-2-3, chiamato anche WM, e anche l’Inghilterra adottava quel modulo, introdotto proprio da un inglese, Herbert Chapman, famoso tecnico dell’Arsenal. L’Ungheria invece si presentò a Wembley con il “libero” che si schierava come ultimo uomo della difesa, e con uno schema che potremmo identificare come un MM. Ciò che sorprese gli inglesi poi, fu la numerazione delle maglie degli ungheresi, che non seguivano una classica numerazione in cui al n° 2 corrispondeva il terzino, il 4 era la mezzala e il 9 era sulle spalle del centravanti, ma ad esempio, Nandor Hidegkuti con la sua maglia numero 9 giocava a centrocampo, o come “centravanti arretrato”, come si diceva allora, e le vere punte erano Puskas, Czibor e Kocsis.
L’Ungheria sorprese subito gli inglesi andando in vantaggio con Hidegkuti dopo nemmeno un minuto e, subito il pareggio inglese, gli ungheresi segnarono altri tre gol entro il 27° ancora con Hidegkuti e con una doppietta di Puskas.
Sul 4-1 per gli ospiti la partita era virtualmente finita. Gli inglesi non ci capirono più nulla, rischiarono un’imbarcata storica, alla fine i gol ungheresi furono sei, ma avrebbero potuto essere anche il doppio.
L’Ungheria fu la prima squadra europea non britannica ad espugnare Wembley, e quel giorno diede una vera lezione di calcio ai “maestri” inglesi.
Una lezione che venne analizzata ma non accettata e metabolizzata del tutto da addetti ai lavori e stampa inglese, visto che qualche mese dopo l’Inghilterra fu invitata a Budapest per un’altra amichevole, e il risultato a favore degli ungheresi fu ancora più clamoroso: 7-1!
Ovviamente nella memoria collettiva rimane soprattutto il 3-6 di Wembley, che ha segnato un’epoca, e in Ungheria 3:6 è anche un titolo di un film del 1999, e se capitate in centro a Budapest, potete anche sorseggiare una birra in un pub che porta proprio il nome “3:6”.
L’Aranycsapat si sfaldò ai Mondiali in Svizzera
La meravigliosa squadra ungherese-Aranycsapat appunto- arrivò a Wembley forte delle Olimpiadi vinte nel 1952 ad Helsinki, e favoritissima per la vittoria nei Mondiali di Svizzera 1954.
E in effetti la squadra di Sebes fece faville a quei Mondiali, imponendo il suo calcio moderno e qualitativo, ma cadde in finale contro la Germania Ovest a Berna. Gli ungheresi persero in finale per 3-2 dopo essere stati in vantaggio per 2-0, e contro una squadra che nella fase eliminatoria avevano battuto con il punteggio di 8-3!
Quella grande Ungheria rimarrà nella storia come una delle squadre più forti di sempre, anche se non riuscirà a portare a casa nulla di importante a parte l’Olimpiade nel 1952.
Nel 1956, a seguito della rivolta in Ungheria e dell’invasione da parte dell’Armata Rossa sovietica, ci fu la diaspora dei giocatori ungheresi che in quel momento erano impegnati in una tournèe all’estero, e che decisero- per la maggior parte- di non far ritorno in patria.
L’Ungheria nella storia nel calcio non avrà mai più una squadra così forte come la