L’Italia di Mancini è più bella che mai.
Dopo aver dominato il Gruppo A con tre vittorie, gli Azzurri hanno eliminato a fatica l’Austria negli ottavi ai supplementari, mentre nei quarti hanno nettamente dominato il fortissimo Belgio.
Tanti gli spunti che sono arrivati dalla sfida di Monaco di Baviera, ma noi ne vogliamo evidenziarne tre che riguardano anche il gioco espresso dai ragazzi di Mancini.
L’Italia ormai è “giochista” a tutti gli effetti
Non ci sono più dubbi: quest’Italia palleggia, gioca, diverte, e tiene sempre il controllo del gioco e dell’avversario.
Nello stucchevole gioco fra “risultatisti” e “giochisti”, la nazionale azzurra ha battuto un’avversaria di valore assoluto come il Belgio, dominando sul piano del gioco, aggredendo alta l’avversario, non facendolo mai respirare. E’ giochista convinta.
Si è discusso spesso prima degli Europei sul valore delle avversarie affrontate dall’Italia, ma ora gli Azzurri hanno battuto per 3-0 sia Turchia che Svizzera- quest’ultima vincitrice sulla Francia ai rigori, e sconfitta sempre dal dischetto dalla Spagna, prossima nostra avversaria- hanno battuto il Galles, hanno saputo soffrire e avere la meglio sull’Austria, ma soprattutto hanno battuto una big candidata al titolo come il Belgio. Non ci sono più dubbi sul reale valore dell’Italia, che dopo 32 risultati utili consecutivi, punta decisa al titolo di campione d’Europa.
Un’Italia d’attacco, senza un centravanti di livello mondiale
E’ un’Italia che pressa, attacca gli spazi, manda in avanti i laterali di difesa, ma non ha un vero attaccante di livello mondiale tipo Mbappè, Harry Kane o Lukaku.
Vero che Ciro Immobile ha segnato già due gol in questo Europeo- contro Turchia e Svizzera- ma l’attaccante della Lazio è apparso in grande difficoltà contro Austria, e soprattutto Belgio.
Contro i Diavoli Rossi, Immobile è stato l’unico insufficiente di tutta la squadra azzurra, e non si può dire che Andrea Belotti potrebbe fornire una maggior consistenza tecnica all’attacco azzurro (almeno per quello che si è visto sotto la gestione Mancini), anche se il Gallo è stato utilizzato davvero poco in questo Europeo.
Giacomo Raspadori forse potrebbe fornire qualcosa di diverso al gioco di Mancini, ma rischiarlo ora in una semifinale europea dal primo minuto, sarebbe davvero un azzardo.
La vera forza propulsiva di questa Italia è arrivata dalle fasce, dove finora Berardi e Chiesa sono stati devastanti e potranno essere ancora decisivi in semifinale.
Il centrocampo dell’Italia è di livello mondiale
Jorginho-Verratti-Barella. Ma anche Locatelli, Pessina. Insomma, come centrocampo siamo messi decisamente bene.
Jorginho è titolare nel Chelsea campione d’Europa, Verratti pilastro in mezzo al campo del PSG vice-campione d’Europa nella scorsa stagione e da tempo big del calcio europeo, e Barella è l’incursore dell’Inter campione d’Italia in carica.
Più Locatelli, lasciato partire troppo presto dal Milan e ora ricercato dalle big italiane, e Pessina, che dopo l’addio del Papu Gomez, si è ritagliato un ruolo da protagonista a Bergamo.
Abbiamo forse il centrocampo più forte di questo Europeo, ed è sulla qualità in mezzo al campo che ha puntato Mancini per avere una squadra così tecnica e che esprime un calcio di alto livello.
Poi certo, abbiamo anche una difesa di ferro, con Chiellini e Bonucci coppia centrale, una Spinazzola stratosferico, ma che ora dopo la rottura del tendine d’Achille dovrà stare fermo a lungo- e per l’Italia e per la Roma sarà una perdita gravissima- e un Di Lorenzo che ha saputo conquistarsi il posto da titolare e vorrà confermarsi ora fino alla fine dell’Europeo.