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Nell’analisi delle più importanti competizioni di calcio (in ambito europeo) non poteva mancare l’Europa League, secondo format per club a marchio Uefa. Anche l’EL è stata oggetto di una serie di analisi da parte dei vertici di Nyon, che guidano da sempre il football continentale. Con l’esplosione dell’epidemia da Coronavirus (Covid-19) l’intero format calcistico si è fermato alla “gara2” degli ottavi di finale (in due casi, con le italiane, non si è riusciti neppure a disputare l’andata). 

Siamo così rimasti all’1-1 tra Wolverhampton e Olympiakos, al 3-1 tra i tedeschi del Bayer Leverkusen e gli scozzesi dei Glasgow Rangers, al ”non pervenuto”, come spiegato prima, tra gli spagnoli del Getafe (vera sorpresa del torneo) e l’FC Inter, al 2-1 tra gli ucraini dello Shakhtar Donetsk ed i tedeschi del Wolfsburg, al 3-0 tra gli svizzeri del Basilea e i tedeschi dell’Eintracht o ancora al 5-0 tra i britannici del ManUtd (nella foto in primo piano nel derby con i Citizens) e gli austriaci del Lask, che, nel precedente turno (i 16imi di finale), hanno superato i più quotati olandesi dell’AZ Alkmaar. Completa il parterre, lo scontro tra AS Roma e gli spagnoli del Siviglia (anche i giallorossi, come i nerazzurri, devono ancora giocare la prima partita) e quello tra i danesi del Copenhagen e i turchi dell’Istanbul Basaksehir (con Copenhagen vincente, in Turchia, per 1-0 dopp una partita molto combattuta) – nella foto centrale sotto. Tutto ormai è rinviato a data da destinarsi. 

 

Basaksehir Istanbul calcio turco jpg

 

Le opzioni allo studio per ripartire

 

Come nel caso della Champions League c’è ancora disponibile la “finestra” del 14 aprile (insieme a quella del 28). Questo dell’ipotesi più positiva rispetto al contenimento dell’emergenza sanitaria. Se ciò non dovesse avvenire è già pronto il “Piano B”. Solo in questo modo l’Uefa riuscirebbe a mantenere la formula standard della competizione. Altrimenti sarebbero già pronti gli “slot” di maggio (5-12-19-26) oltre alla data del 13 giugno. Poi riflettori accesi solo sulla finale in programma a questo punto (Covid-19 permettendo) per la data del 24 giugno all’Energa stadium di Danzica (in Polonia). E’ bene ricordare che all’inizio della stagione la data fissata era (pre Coronavirus) mercoledì 27 maggio 2020. 

Già nell’analisi della Champions abbiamo sottolineato come in gioco vi siano i contratti a sei cifre con broadcaster tv (per quanto attiene ai diritti audiovisivi) e aziende sponsor. Entrambi pronti a sfruttare al massimo le opportunità di share e audience offerte dall’Europa League (con una finale dove, gli esperti

di settore, prevedono la vittoria del ManUtd, favorito assoluto per la conquista del trofeo). Questa competizione non assicura i 90 milioni di euro destinati alla squadra vincitrice del torneo, ma certamente va ad arricchire le bacheche dei club e consente agli stessi, nel primo torneo pre-campionato, di giocarsi anche la "Uefa SuperCup" (tra la vincente della Champions e la vincente della Europa League), per il momento fissata per il prossimo 12 agosto 2020.

In sintesi, per la Uefa "salvare" l'Europa League così come la Champions significa mantenere rapporti consolidati con le reti tv di tutto il mondo e con importanti multimazjonali del largo consumo nel ruolo di "sponsor". Tra l'altro senza incorrere in penali o contestazioni contrattuali. 

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