Le 12 squadre ribelli non hanno nessuna intenzione di fare un passo indietro, come anche l’UEFA che, forte dell’appoggio della FIFA e delle federazioni di tutti i Paesi europei e delle leghe di Italia, Spagna e Inghilterra- a cui appartengono i club coinvolti- ha tutta l’intenzione di sanzionare i 12 se continueranno fino in fondo con quest’idea di lasciare le competizioni europee organizzate dall’UEFA e organizzare un campionato europeo tutto loro, elitario, chiuso, e riservato alle squadre più famose e ricche del continente.
Saranno giorni frenetici che potrebbero sconvolgere per sempre le fondamenta del calcio europeo, ma già da subito è chiaro che i diritti tv giocheranno un ruolo importantissimo nella costituzione della nuova Superlega europea.
Quanto contano i diritti tv nei principali tornei europei
Si dice spesso che la Serie A si regge economicamente grazie ai diritti TV, ma avendo voluto analizzare i dati, abbiamo visto che non solo il campionato italiano è così dipendente dai diritti televisivi.
Secondo uno studio pubblicato qualche mese fa dal Sole 24 Ore, dei 2.2 miliardi annui di ricavi della Serie A, il 64% arrivano dai diritti televisivi, il 27% da ricavi commerciali, e solo il 9% dagli incassi da stadio.
Queste percentuali sono però molto simili alla ricchissima Premier League, che incassa il 61% dai diritti televisivi, il 26% da marketing e commerciale e il 12% dal botteghino.
Percentuali un po' diverse in Liga e Bundesliga, che fanno registrare percentuali maggiori rispetto a Serie A e Premier per lato commerciale e botteghino, ma sono comunque fortemente dipendenti dai diritti TV.
I 3.5 miliari di euro che JP Morgan verserà ai club fondatori come bonus di benvenuto sono comunque un prestito, da restituire poi alla banca d’interessi negli anni dopo che le squadre avranno incassato i soldi dai diritti TV.
La Champions League attuale sappiamo bene che è un prodotto essenzialmente televisivo-soprattutto lo è stato nelle ultime due edizioni con gli stadi chiusi- e oltre all’interesse di Sky e Mediaset, che in Italia si dividono le partite, con un forte squilibrio a favore della prima, dal prossimo anno ci sarà l’ingresso anche di Amazon Prime, che trasmetterà alcune partite della massima competizione europea.
Se la Superlega andrà in porto, per Florentino Perez e soci sarà fondamentale stringere un accordo con un partner che garantisca il massimo introito possibile dai diritti televisivi.
Il Financial Times ha parlato di possibili contatti di Amazon, Facebook, Disney e Sky, per assicurarsi i diritti tv della nuova Superlega, ma i primi due hanno subito smentito, come anche DAZN, che già nella giornata di domenica aveva dichiarato di non essere parte integrante di questo nuovo torneo europeo.
Si fa sempre più concreta l’ipotesi che la Superlega possa crearsi un proprio media partner, con la produzione e vendita di contenuti esclusivi, proprio come voleva fare la Serie A attraverso i fondi d’investimento.
Cosa sarà di DAZN e Sky con Serie A e Champions?
Solo qualche settimana fa, DAZN e Sky battagliavano per assicurarsi i diritti TV di Serie A a partire dalla prossima stagione.
La battaglia è stata vinta da DAZN, ma quanto potrebbero valere gli 840 milioni di euro all’anno investiti da DAZN in una Serie A che potrebbe perdere in un colpo solo Juventus, Inter e Milan?
L’UEFA ha già fatto sapere di voler espellere i 12 club rivoltosi dalle proprie competizioni, e le leghe poi potrebbero fare altrettanto per i rispettivi campionati nazionali.
La perdita di interesse nel torneo sarebbe enorme, visto che le tre big italiane assommano in totale più di 16 milioni di tifosi in tutta la penisola.
Se DAZN è in allarme, sicuramente a Sky non si ride. La tv satellitare si è assicurata i diritti per la Champions, che però verrebbe incredibilmente svalutata senza le big dei campionati di Italia, Inghilterra e Spagna, che solo in questa edizione rappresentano 3 delle 4 semifinaliste in Champions e 2 delle 4 di Europa League.
La Champions League rischierebbe di diventare una competizione minore come nel basket, dove l’Eurolega dal 2016/17 la fa da padrone, e alla Champions organizzata dalla FIBA non restano che le briciole, con un’attenzione mediatica che è pari a zero.