In questa serie di articoli, Jonathan Wilson ci ricorda le 5 migliori sfide di Champions League di questo secolo. Pep Guardiola finora è stato un pò il trait d’union di tutti questi articoli, e oggi ancora il catalano sarà protagonista. Stavolta però il protagonista è il suo avversario, “il traduttore” che torna al Camp Nou: Josè Mourinho...
2) Barcellona 1-0 Inter (ritorno semifinali 2019/10)
Se c’è una partita che può spiegare tutto degli ultimi 20 anni di calcio europeo è sicuramente questa: Pep Guardiola contro Josè Mourinho, possesso palla contro pragmatismo, in una notte incredibile dove non mancarono tensione e drammaticità.
Dopo che il Barca si era assicurato la Champions nel 2009, sembrava proprio che i catalani riuscissero a vincere due coppe consecutive, cosa che non si verificava dal 1990, quando il Milan si confermò campione d’Europa dopo il successo del 1989. In quei giorni però ci fu l’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajokull che impedì i voli sopra i cieli d’Europa, così che, per la semifinale d’andata di Champions, il Barcellona fu costretto a viaggiare a Milano in pullman. Considerando il fatto che il Barcellona non era la prima volta che avrebbe trovato difficoltà in trasferta in Champions, e che l’Inter di Mourinho giocò quella sera una partita molto attenta, il risultato sarebbe forse stato lo stesso, ma le 16 ore di viaggio in pullman non aiutarono, e i nerazzurri si imposero nella semifinale d’andata con un secco 3-1.
Ibrahimovic, che arrivava proprio dall’Inter e che nella stagione al Barcellona non riuscì mai ad esprimersi ai suoi livelli, dopo l’andata apparì davvero frustrato, e disse che Guardiola aveva probabilmente un complesso nei confronti di Mourinho. Il weekend seguente la partita di coppa, lo svedese venne lasciato in panchina a Villarreal, e si infuriò contro Guardiola, che negli spogliatoi però non reagì alla sfuriata di Zlatan. Da quel momento, i rapporti fra i due parvero completamente compromessi.
Mourinho, da par suo, cercò di infiammare ancor di più un clima già teso fra le due squadre affermando:” siamo abituati a vedere questi giocatori del Barcellona andare spesso per terra”. Questo non era solo un tipico “mind game” da parte di Mourinho, ma era un’affermazione mirata a mettere in dubbio quello che era il gioco spettacolare del Barca, additando i rivali come cascatori. Per la gara di ritorno, inizialmente il portoghese decise di schierare gli stessi uomini utilizzati all’andata, ma all’ultimo Pandev si rese indisponibile, e fu sostituito sulla sinistra da Chivu.
Come spesso succede con Mourinho in panca, la sua squadra decise da subito di difendere bassa e aspettare l’avversario. Il piano di Mourinho stava riuscendo alla perfezione, ma al 27° minuto arrivò l’espulsione di Thiago Motta. Il centrocampista dell’Inter mise una mano in faccia a Busquets, ma lo spagnolo si rotolò a terra facendo una scenata ripresa anche dalla tv. Mourinho da bordocampo si lamentò subito con l’arbitro della sceneggiata, ma la sua squadra uscì rafforzata da quell’episodio sfavorevole. Eto’o si mise a fare il terzino, mentre Milito arretrò a centrocampo. Lo spirito di sacrificio dei nerazzurri fu davvero incredibile. L’Inter mantenne solo il 19% di possesso palla, ma si compattò così bene che il Barcellona fece davvero fatica a creare occasioni.
Nei minuti finali, con il Barca avanti 1-0 e in cerca di un altro gol per raggiungere la finale, Pique fu spedito in attacco. Il gol sembrò arrivare davvero nel recupero, quando Bojan spedì la palla in rete, ma l’arbitro belga De Bleeckere decise di annullare la rete per un precedente fallo di mano di Yaya Toure. Sulla volontarietà del gesto si potrebbe discutere all’infinito, ma l’Inter ormai era in finale.
Al fischio finale Mourinho si precipitò in campo correndo verso il settore riservato ai tifosi nerazzurri, mentre gli addetti al campo accesero subito il sistema di irrigamento dello stadio per impedire i festeggiamenti degli ospiti. “Mes que un club?” Non quella sera. Il portoghese in estasi dichiarò:” è stata una vittoria del cuore, quando è arrivato il momento di mettere tutto in campo l’abbiamo fatto. Siamo stati una squadra di eroi, abbbiamo sputato sangue”.
In finale poi l’Inter trionfò sul Bayern Monaco, un’altra squadra che con Van Gaal in panchina, puntava molto sul possesso palla. Pochi giorni dopo la finale, il portoghese avrebbe dichiarato di lasciare l’Inter per tentare l’avventura al Real Madrid. E lì sarebbe davvero continuata la grande sfida con Guardiola.