Con la vittoria di ieri in casa del Sassuolo, il Milan ha vinto il 19° scudetto della storia, e ora dalla prossima stagione, sarà un testa a testa con i cugini dell’Inter per vedere chi arriverà prima alla seconda Stella. La cavalcata degli uomini di Pioli è stata esaltante, e di seguito vogliamo ripercorrere in breve la storia degli scudetti del Milan, dai primi, arrivati all’inizio del secolo scorso, all’ultimo conquistato nella giornata di domenica 22 maggio 2022.
Quanti scudetti ha vinto il Milan? Tutte le vittorie rossonere
La domanda che tanti si fanno è: quanti scudetti ha vinto il Milan? La risposta è 19, ma ripercorriamo insieme la storia dei rossoneri.
Gli scudetti prima della Seconda Guerra Mondiale
Il Milan viene fondato nel dicembre 1899, e la squadra rossonera- colori scelti dal co-fondatore inglese Herbert Kilpin perché “i nostri colori saranno il rosso, perché saremo dei diavoli, e il nero, per il terrore che incuteremo agli avversari”- si afferma subito come una realtà vincente del nascente movimento calcistico italiano.
Il Milan conquista gli scudetti nel 1901, 1906 e 1907, ma poi, dopo la scissione di alcuni soci che abbandoneranno i rossoneri per fondare l’Inter nel 1908, per il Milan inizierà un lungo declino, che farà sì che i rossoneri non vinceranno più lo scudetto per ben 44 anni.
Gli anni Venti e Trenta del secolo scorso saranno particolarmente anonimi per il Milan, che dovrà assistere ai trionfi di Juve, Inter e Bologna, ma non lotterà davvero mai veramente per lo scudetto.
Gli anni Cinquanta e Sessanta
Il Milan torna a vincere lo scudetto nel dopoguerra, e più precisamente nella stagione 1950/51, quando l’Italia avrà riaperto le frontiere ai calciatori stranieri, e al Milan arriveranno i tre celebri svedesi del GRE-NO-LI: Gunnar Gren, Gunnar Nordhal e Niels Liedholm.
Gli svedesi continueranno ad essere protagonisti anche negli scudetti del 1954/55 e 1956/57, per poi lasciare spazio a Schiaffino, uomo scudetto nel Milan vincente nel 1959, rossoneri che annoveravano anche Cesare Maldini in difesa e Josè Altafini in attacco.
I rossoneri torneranno poi a vincere lo scudetto nella stagione 1961/62 con Nereo Rocco in panchina, e Gianni Rivera in campo a guidare il grande Milan degli anni Sessanta.
Quest’ultimo sarà anche il decennio delle prime coppe europee, con il Milan che diventa la prima squadra italiana ad alzare la Coppa dei Campioni, e ciò avviene a Wembley nella finale giocata e vinta per 2-1 contro il Benfica il 22 maggio 1963.
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Il Milan ripete il trionfo europeo nel 1969 a Madrid contro l’Ajax, e l’anno prima arriverà anche il nono scudetto, nella stagione 1967/68, annata che si completa anche con il trionfo in Coppa delle Coppe contro l’Amburgo.
Gli anni Settanta
Questo decennio è piuttosto tribolato per il Milan, che spera di vincere la Stella dei dieci scudetti nel 1973, ma i rossoneri arrivano all’ultima partita a Verona stanchi per la finale di Coppa delle Coppe giocata 4 giorni prima- e vinta a Salonicco 1-0 contro il Leeds- e cadono clamorosamente per 5-3 contro gli scaligeri, in quella che da allora verrà ricordata come la Fatal Verona.
Alla fine degli anni Settanta però, la tanto sospirata Stella arriva nella stagione 1978/79, l’ultima di Gianni Rivera da giocatore del Milan. E’ proprio “il Gianni” a dover scendere in campo con il microfono nella penultima partita in casa con il Bologna, quella decisiva per lo scudetto, per convincere i tifosi ad abbandonare una zona dello stadio di San Siro inagibile per lavori.
I tifosi ovviamente ascoltano quello che allora è il loro trascinatore, la partita può iniziare, e lo 0-0 consegna lo scudetto della storia ai rossoneri.
L’arrivo di Silvio Berlusconi
Gli anni Ottanta iniziano davvero male per il Milan. Prima la retrocessione per il calcioscommesse nel 1980, e poi quella arrivata sul campo al termine della stagione 1981/82.
Tutto cambia quando arriva Silvio Berlusconi alla presidenza. “Sua Emittenza”- come era allora identificato il Cavaliere per la sua entrata nel mondo della comunicazione televisiva- si affida in panchina a un allenatore semisconosciuto come Arrigo Sacchi, e “il vate di Fusignano” condurrà i rossoneri a tanti trionfi in Serie.
Prima lo scudetto nella stagione 1987/88 dopo un lungo testa a testa contro il Napoli di Maradona, poi le Coppe dei Campioni nel 1988/89 e 1989/90.
Sacchi lascia il Milan nel 1991, ma l’arrivo di Fabio Capello, rigenererà una squadra che sembrava ormai “spompata” dai metodi di allenamento di Sacchi. Franco Baresi, Maldini, Gullit, Van Basten, Rijkaard, tornano tutti ad essere protagonisti con Don Fabio, che vincerà tre scudetti di fila: 1991/92 (arrivato senza subire neanche una sconfitta in campionato), 1992/93 e 1993/94.
A questi successi in campionato, Capello aggiungerà anche tre finali di Champions League consecutive, con la vittoria contro il Barcellona ad Atene nella stagione 1993/94.
Capello lascia il Milan al termine della stagione 1995/96, e il Milan mette un altro scudetto in bacheca.
I rossoneri, dopo due annate difficili, torneranno sul tetto d’Italia al termine della stagione 1998/99, quando sarà Alberto Zaccheroni a guidare dalla panchina il Milan.
La squadra di Zac vince lo scudetto dopo un’incredibile rimonta sulla Lazio, e grazie al successo a Perugia per 2-1 all’ultima giornata, che fa esplodere di gioia Adriano Galliani in tribuna al Curi.
I trionfi del Milan berlusconiano non sono finiti qui però. Con l’arrivo di Carlo Ancelotti in panchina, il Milan tornerà a vincere lo scudetto nella stagione 2003/04, ma Ancelotti porterà a Milanello anche le Champions League 2002/03 e 2006/07.
Il dopo Berlusconi e l’arrivo del Fondo Elliott
Gli ultimi anni della presidenza Berlusconi sono molto complicati, ma nella stagione 2010/11 arriverà un altro scudetto, il 18° della storia, con Massimiliano Allegri in panchina e Zlatan Ibarahimovic in campo.
L’anno seguente il Milan va vicino a riconfermarsi, ma butta via il campionato a primavera a vantaggio della Juve, che inizierà così una serie di 9 scudetti consecutivi.
Nel 2017 il Milan passa da Berlusconi a Yonghong Li, ma la proprietà cinese si rivela un bluff, con Li costretto a cedere le quote nel 2018 al Fondo Elliott, che proprio all’imprenditore cinese aveva prestato i soldi per l’acquisto del Milan.
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Il Fondo Elliott, presieduto dalla famiglia Singer, si dimostra molto serio e capace. Si affida a Paolo Maldini come direttore tecnico e Frederic Massara come direttore sportivo, ma è con l’arrivo di Stefano Pioli in panchina, e dopo il lockdown dovuto al coronavirus, che il Milan comincia a volare.
Nella stagione 2020/21 il Milan arriva secondo in campionato, e in questa stagione, grazie a giovani di assoluto valore come Maignan in porta, Tomori, Kalulu e Theo Hernandez in difesa, Tonali e Bennacer a centrocampo, Leao in attacco, e grazie anche a giocatori esperti come Kjaer, Giroud e Ibrahimovic, arriva a mettere in bacheca un insperato, quanto meritato, 19° scudetto.
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