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In questo terribile 2020, dopo Diego Armando Maradona e tanti grandi assi del calcio del passato, se ne è andato anche Paolo Rossi, eroe giovanile di tanti appassionati del pallone.

Meglio forse scriverlo “paolorossi”, così tutto attaccato, come veniva chiamato anche all’estero in quella magica estate del 1982, quando Pablito ci fece sognare con i suoi gol e ci portò al titolo mondiale in Spagna.

 

Il 1982 di Pablito

 

Paolo Rossi, dopo gli anni al Como e al Vicenza- in Veneto si affermò definitivamente e conquistò la nazionale- arrivò al Perugia nell’estate del 1979, e fu qui che Rossi venne coinvolto nello scandalo del calcioscommesse 1980, uno dei più gravi del nostro calcio, che vide la retrocessione in Serie B di squadra come Milan e Lazio, e la squalifica di calciatori importanti come Albertosi, Giordano, Manfredonia e lo stesso Paolo Rossi.

Pablito perse così la possibilità di giocare l’Europeo casalingo del 1980, ma Enzo Bearzot, il ct azzurro, non si dimenticò mai di lui, memore di quello che Rossi aveva fatto in Argentina ai Mondiali 1978.

Rossi tornò dalla squalifica nell’aprile 1982 contro l’Udinese- quando ormai era un giocatore della Juve che lo aveva acquistato proprio nell’estate del calcioscommesse- e realizzò anche un gol quel giorno a Udine, arrivando però a totalizzare solo 3 presenze in quel campionato 1981/82, non dando quindi un grande apporto al 20° scudetto vinto dai bianconeri.

 

I gol di Paolo Rossi al Mondiale del 1982

 

Il Mondiale di Spagna

 

Come detto, Bearzot non si dimenticò di lui e, contro il parere di tutta la critica ma anche di molti addetti ai lavori, lo schierò titolare fin dalla prima partita del Mondiale a Vigo contro la Polonia. Rossi non si vide praticamente per tutta la partita-finita 0-0- ma Bearzot lo confermò anche nelle altre due partite del girone, contro Perù e Camerun, ma anche qui Rossi fu soltanto un oggetto misterioso.

La critica lo voleva fuori dai titolari, ma il resto della squadra aveva fiducia in lui, come anche il ct, che lo confermò nella prima partita della seconda fase contro l’Argentina. Contro il giovane Maradona, si vide qualche miglioramento da parte di Rossi, ma furono Tardelli e Cabrini a portarci al successo.

Stava arrivando però la catarsi, la partita del Sarrià di Barcellona contro il Brasile dei fenomeni, quando Paolo Rossi diventò per tutti Pablito.

I verdeoro erano favoritissimi per il passaggio in semifinale, e sarebbe bastato anche un pareggio ai nostri avversari, ma Rossi si scatenò con una tripletta che lo fece entrare nella storia, e la vittoria per 3-2 ci portò in semifinale.

Rossi ormai si era sbloccato, e con una doppietta alla Polonia al Camp Nou di Barcellona, spalancò le porte della finale agli Azzurri.

A Madrid fu ancora Rossi ad aprire le marcature- dopo il rigore sbagliato da Cabrini- e a quel punto l’Italia si sentiva sicura di un titolo mondiale insperato alla partenza per la Spagna. Il 3-1 sui tedeschi ci consegnò la coppa, e fece esultare un estasiato Sandro Pertini in tribuna.

 

Il Pallone d’Oro

 

I sei gol realizzati in Spagna permisero a Pablito di conquistare il prestigioso Pallone d’Oro assegnato da France Football per quel magico 1982. Fu il primo italiano ad alzare il prestigioso trofeo dopo Gianni Rivera, che lo conquistò nel 1969.

L’Italia si era laureata per la terza volta nella sua storia campione del mondo, e Paolo Rossi era l’uomo copertina di quell’incredibile nazionale di Bearzot.

Nella classifica del Pallone d’Oro di quell’anno, Rossi fu affiancato sul podio da Alain Giresse, trottolino pensante del centrocampo della Francia, e da Zbigniew Boniek, stella della Polonia che di lì a poche settimane, assieme a Platini, sarebbero diventati suoi compagni nella Juve di Trapattoni.

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