Lo sport, a partire dal calcio, non è rimasto immune allo choc economico che l’epidemia da Coronavirus sta generando sui diversi territori (con particolare attenzione al Nord del nostro Paese).
Il lockdown italiano sta determinando un effetto domino sulle economie, non sempre floride, dei club professionistici. Le 3 Leghe, nel 2017/18, hanno generato ricavi complessivi per 3,55 miiliardi di euro, per il momento agganciati principalmente alla "torta" dei diritti tv. Questi ultimi valgono oltre 1,34 miliardi di euro se si considera il mercato interno (973 milioni di euro, di cui 780 coperti solo da Sky) assieme a quello internazionale (gestito dalla società americana IMG).
Se non si dovesse però ripartire, ci si troverebbe a dover affrontare una emergenza (economica) ancora più pesante.
All’appello infatti mancano 12 giornate di Serie A (in totale 120 match oltre a 4 ulteriori recuperi). L’ipotesi di annullamento della stagione 2019/20 (in caso di ulteriore diffusione del contagio) getterebbe nel caos l’intero sistema, generando perdite per non meno di 300 milioni di euro (includendo in questo valore anche i mancati introiti delle altre due leghe professionistiche: Serie B e C). Nella reealtà Deloitte, società di consulenza strategica, ha valutato, per conto della FIGC, mancati guadagni compresi tra 200 milioni di euro (se le società della massima serie dovessero ripartire regolarmente nel mese di maggio, come inizialmente previsto) e 720 milioni. Una ipotesi, quest'ultima, molto dura per l'intero sistema, una sorta di "Cigno Nero" mai verificatosi prima d'ora nel mondo del calcio.
Sky e Dazn (quest’ultima ha investito sul calcio 193 milioni di euro per la trasmissione di 114 match ufficiali), principali attori del mercato dei diritti audiovisivi (nella foto centrale i giocatori dell'SSC Napoli), sarebbero costrette a dover onorare contratti pubblicitari collegati al prodotto calcio, senza poter garantire in alcun modo lo svolgimento delle gare, visto che la tutela della "salute pubblica" diventerebbe prioritaria rispetto a qualsiasi ragionamento in termini di business.
Circa un 1/3 del campionato tricolore quindi andrebbe in fumo sotto i colpi del Coronavirus, con la "Lega calcio Serie A" (nella foto in primo piano Ibrahimovic con i compagni rossoneri) a dover pagare il prezzo più caro (in linea teorica). Uno scenario che nessun addetto ai lavori si auspica di dover affrontare, perché il blocco di questo settore, anche per poche settimane, trascinerebbe nel baratro tantissimi operatori e aziende (soprattutto se si pensa all'economia "indiretta").
Le prossime settimane saranno cruciali per valutare i possibili scenari tracciati nei primi giorni dello stop dei campionati prrofessionistici. Le ipotesi allo studio, da parte degli addetti ai lavori, sono diverse: dal completamento delle gare ancora da disputare fino all'ipotesi di un affascinante "PlayOff" (entro però il prossimo 30 giugno 2020) e anche in questo caso vi sono più opzioni: formula a 2, 4 o 6. L'obiettivo di FIGC e delle 3 Leghe calcio, chiaramente, è salvare la regolarità dei campionati. Sia per venire incontro ai desideri dei milioni di appassionati di calcio, sia per permettere alle società di recuperare il tempo perso, ma soprattutto i milioni di euro lasciati (purtroppo) sul terreno a causa dell'epidemia.
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