Nel XXI secolo si è assistito ad alcuni dei momenti più epici nella storia della Champions League. Nelle prossime cinque settimane, Jonathan Wilson racconterà le 5 partite più famose, a partire dal Barcellona di Pep Guardiola opposto al ManUtd di Alex Ferguson nella finale 2009 allo Stadio Olimpico di Roma.
Lo United aveva perso la possibilità di vincere tre titoli, sotto la guida di Ferguson, alcune settimane prima, quando l’Everton li aveva battuti nelle semifinali della Coppa d'Inghilterra.
5) Barcelona 2-0 Manchester United (finale, 2009)
È raro guardare una partita di calcio sapendo che si sta per assistere alla storia. Ovvero rendersi conto, che dopo quest’evento, nulla sarà più lo stesso. Il grande pubblico sapeva che il Barcellona di Pep Guardiola era un’ottima squadra, ma non si rendeva conto di quanto lo fosse realmente. E’ bene ricordare che l’arrivo di Guardiola era stata una scelta “controversa”, in sostituzione, tra l’altro, di Frank Rijkaard l'estate precedente. Conosceva perfettamente gli schemi del Barcellona, ma la sua esperienza era limitata alla guida tecnica delle riserve del club catalano. Nelle prime due partite di campionato poi aveva conquistato solo un solo punto, ma ciò che è accaduto successivamente è stato straordinario. Ed è diventato tutto chiaro proprio durante la finale di Roma (mercoledì 27 maggio 2009).
Per la cronaca il Barça, in quella stagione, vinse LaLiga e la Copa del Rey, ma c’è comunque la sensazione che nessuno si fosse reso conto di quanto fossero già un team di alto livello. Erano stati fortunati nella semifinale di Champions League contro il Chelsea. Quella gara non sarà mai dimenticata, soprattutto per gli errori dell'arbitro norvegese Tom Henning Ovrebo. Dopo che il Chelsea si era portato in vantaggio con un gol di Essien furono negati ai Blues tre evidenti rigori a favore che avrebbero chiuso la sfida. Oltre a ciò, dopo il pareggio del Barca con Iniesta, arrivato in pieno recupero, gli uomini di Hiddink si portarono tutti in avanti alla ricerca del gol-qualificazione e su corner fu negato un nuovo penalty.
Lo United, campione in carica, avevano respinto l'Arsenal nella semifinale, ma Darren Fetcher era stato espulso a 15 minuti dalla fine della gara. I problemi di formazione del Barça però erano molto più gravi: con Abidal e Dani Alves indisponibili e Rafael Márquez infortunato, Guardiola decise di schierare Sylvinho nel ruolo di terzino sinistro, con Carles Puyol a destra e Gerard Piqué e Yaya Touré al centro della difesa.
Prima del calcio d'inizio, Guardiola mostrò ai suoi giocatori un video emozionale, un montaggio di loro clip in azione sul “tema” del film “Il Gladiatore”. Rimasero tutti colpiti, forse anche troppo. Nei primi 10 minuti, infatti lo United dominò in campo e Cristiano Ronaldo fu fermato soltanto da una parata improvvisata di Víctor Valdés su calcio di punizione. Tutte le previsioni pre-partita, ovvero che lo United avrebbe sopraffatto fisicamente il Barça sembravano avverarsi, ma i giocatori di Guardiola sapevano perfettamente come dovevano giocare in campo. Samuel Eto’o e Lionel Messi, come previsto, si scambiarono la posizione in campo, in modo che l'argentino potesse muoversi come un “falso nueve” e il campione camerunese invece si spostò sul lato destro. Quasi immediatamente, Iniesta iniziò a muoversi avanti lanciando Eto’o, che riuscì a fare un taglio dentro, superando Nemanja Vidic e il portiere Edwin van der Sar.
Alex Ferguson ha ricordato che fu una trasferta veramente sfortunata per lo United. La preparazione era stata "scarsa" e scelsero anche "un hotel scadente”, ma la verità è un'altra: il Barcellona giocò in modo eccezionale. I calciatori blaugrana avanzavano prepotentemente e i Red Devils persero gradualmente terreno durante la partita.
"Non riuscivamo ad entrare in partita", ha scritto la stella Wayne Rooney nella sua autobiografia. “Fu anche stancante. Inseguivamo le ombre, affrontavamo ogni sfida personale senza afferrare ciò che ci eravamo prefissi“. Ferguson pensava che lo United avrebbe potuto vincere, suggerendo che se i suoi avessero giocato in modo più difensivo, come era successo nella semifinale (sempre con il Barça nell'anno precedente), sarebbero riusciti a fermare gli avversari.
Sempre Ferguson ha accusato Carlos Tévez e Cristiano Ronaldo di essere stati ipnotizzati dal gioco degli avversari, "osservando" piuttosto che cercando spazio per contrastare. Ma anche Ferguson alla fine ha ammesso: "Siamo stati battuti da una grande squadra". Michael Carrick ha parlato di quanto sia stato strano per lo United, presentare una statistica del 40% a livello di “possesso palla”. Sembrava quasi umiliante ed è stato questo, più o meno, ad indurre i giocatori dello United ad abbandonare gli schemi di gioco e la disciplina, provando, in modo disordinato, ad andare a caccia della palla.
Ferguson, dovendo cambiare qualcosa, ha messo in campo Dimitar Berbatov per Park Ji-Sung dopo 65 minuti, ma questo ha semplicemente confermato il dominio di Barcellona sul centrocampo. Alla fine ha scritto Alfredo Relaño sul quotidiano spagnolo “AS”, "hanno dimostrato che la perfezione è possibile. Non esisteva un antidoto al loro calcio perfetto”.
Probabilmente sono stati ancora più forti quando hanno superato di nuovo lo United nella finale di Wembley due anni dopo (2011), ma la sera dell’Olimpico ha portato all’attenzione di tutti il loro calcio brillante, trasformandolo in una vera e propria filosofia di gioco: la “via di Guardiola”, come la “via di Cruyff”, arrivando di fatto poi a dominare in Europa.