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L’attuale emergenza sanitaria da Covid-19 ha “rivoluzionato” uno dei format sportivi più amati dal grande pubblico. Il campionato di Serie A, dopo i primi provvedimenti del Governo, infatti, si è fermato fino al prossimo 3 aprile. La Federcalcio e la Lega calcio sono già al lavoro per individuare una serie di strade/opzioni praticabili. Difficile, per il momento, ipotizzare di riprendere a giocare nel week-end del 4-5 aprile. Al momento entrambe le istituzioni sportive, a meno di un improvviso calo dei casi di contagio, intendono scendere in campo  ai primi del mese di maggio. Da questa data in poi ci sarebbero, secondo quanto previsto dalla stessa FIGC, ben 17 “slot” temporali per giocare finalmente e recuperare il temnpo perso. Il numero di turni da recuperare sono 12 (ci si è fermati infatti alla 26ima giornata), senza considerare altri 4 recuperi. Si cercherà soprattutto di non superare la data del 30 giugno, per tutta una serie di scadenze burocratiche (a partire dal tema "licenze"), che, di fatto, non consentirebbero la regolare partenza della nuova stagione agonistica (2020/2021). C’è anche l’opzione della prima settimana di luglio, nel caso dovesse servire per terminare il campionato in corso. Ecco perché Gabriele Gravina, numero uno della FIGC, da un lato ha chiesto lo slittamento di "Euro2020", proprio per consentire il regolare svolgimento del girone di ritorno, dall’altro ha sottoliuneato con forza di non voler escludere qualsiasi ipotesi. L'obiettivo infatti è terminare la stagione senza incorrere in gravose sanzioni contrattuali. 

 

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Ipotesi “Play-Off” per salvare i rapporti con i network tv

 

Ciò che pesa, soprattutto nelle decisioni finali da prendere, è il rapporto (in questo periodo abbastanza teso) tra i detentori dei diritti sportivi (per esempio le rispettive Leghe calcio) e i broadcaster tv (con particolare attenzione alle pay-tv o alle reti on demand). Per quanto riguarda la situazione italiana, “ballano” non meno di 300 milioni di euro, considerando quanto questi ultimi dovrebbero pagare ai 20 club della massima serie tricolore. Una cifra da erogare solo in caso di regolare svolgimento delle gare. Ecco perché la Lega calcio Serie A ha intenzione di assicurare quanto contrattualizzato. L’ipotesi più valida, al momento, è un "Playoff a 4": ne farebbero parte Juve, Lazio, Inter e Atalanta (con sede e impianto chiaramente da definire), per definire il nome della prossima squadra campione d’Italia.

Una formula che dovrà essere “metabolizzata”, in quanto mai utilizzata fino ad oggi, ma ideale per i network tv (Sky e Dazn hanno investito su base annua più di 943 milioni di euro) alla ricerca di un super format per recuperare quanto (eventualmente perso) per lo stop del campionato. Non potrebbero disporre della visibilità di 12 turni, ma certamente potrebbero sfruttare l’occasione unica di un Superbowl in "salsa" calcistica (tra l’altro sfruttando una innovativa formula allargata). L’attenzione dei milioni di appassionati italiani di calcio si concentrebbe su questa manifestazione e schizzerebbero in alto share ed audience (soprattutto se si dovesse tornare a giocare, anche se a porte chiuse).

La situazione contingente obbligherà Lega calcio e FIGC a sperimentare nuove formule pur di rispettare i ricchi contratti stipulati con le reti tv. 

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